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Visualizzazione dei post da dicembre, 2009

Cosa hanno in comune Virginia Woolf, Alexander Solženicyn e Jean Paul Sartre?

Negli ultimi giorni, pensando a come far continuare la nostra storia, mi sono trovato a coltivare l’idea di nuove relazioni fra questi tre grandi autori. Intanto hanno noi in comune. Non soltanto devoti lettori, ma anche scrittori che hanno costruito, anche su di loro, un’idea di racconto che non può accontentarsi. Penso che questi autori abbiano in sé, profondamente radicata, la volontà di cambiare e di quel cambiamento abbiano fatto, nello stile e nel tema, la loro patria, la loro riserva di sensi scomodi cui attingere per scuotere il mondo. Come cultori dell’ imago non possiamo però evitare di chiederci quale sia il limite fra volontà e possibilità. Quanto ci sarebbe oggi della Virginia scrittrice senza la Virginia generatrice di immaginazione? Senza la donna che era capace di creare nella sua mente milioni di alternative di vita per un personaggio, per sopperire all’insoddisfazione della sua. L’instancabile Clarissa le faceva crescere, cambiare, sbagliare e poi sparire, alla ricer

Il Pasticciere e il suo rumore

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Ve la ricordate la nostra storia? Dopo aver scelto a maggioranza il secondo incipit, siamo alle prese con la piccola Clarissa, che pensa che le parole abbiano un’anima e non sa come Catalogare “archettista” e con Sebastiano, il padre di Clarissa, un pasticciere. Riprendiamo proprio da lui la nostra storia: (Ultimo passaggio del post “la scelta” del 10 novembre 2009) Un vecchio pasticciere che si preoccupava di cose talmente concrete da sfigurare dinanzi agli arguti silenzi di sua figlia. A volte, durante la notte, si svegliava di soprassalto. Si trattava sempre dello stesso sogno. Sebastiano si vedeva a lavoro, nella sua piccola bottega, mentre preparava la sua famosa crema pasticciera al mandarino, la ricetta che aveva reso inimitabili le sue minuscole millefoglie. Delizie impalpabili di tre centimetri per cinque, così friabili e leggere, da sciogliersi al primo contatto con l’interno della bocca, senza però rompersi quando venivano prese in mano. Il passaggio dalle mani alla bocca, s

Non è l'inizio di una barzelletta

Cosa ci fanno sei scrittori che più diversi non si può in un mercatino vintage di giovedì pomeriggio? a) Sono lì per caso, alla ricerca di una bussola in finta madreperla che li possa guidare verso una parola nuova? b) Si sottopongono ad una violenza gratuita, nel vedere quanti soldi è disposta a spendere una persona per un paio di occhiali di plastica viola dalla foggia improbabile, invece di comprare un loro libro? c) Hanno deciso di impossessarsi dell’”anima” di un espositore, per forgiare un caleidoscopico personaggio per uno dei loro racconti? d) Sono lì per incontrare un pittore che espone le sue opere e che forse gli potrebbe concedere un piccolo spazio per declamare ad una folla di maniaci dello shopping versi di insopprimibile tristezza? Se avete scelto la riposta a) siete persone con un certo equilibrio mentale, nonché con un notevole senso di autoironia. Di fatto quindi non siete degli scrittori. Se invece vi siete avventurati a preferire la risposta b) siete dei sosta